- Gli Swatch nascono nel 1983, da un’idea di Nicolas Hayek, imprenditore svizzero di origine libanese.
- Gli Swatch nascono a Bienne, in Svizzera. Il paese è gemellato con Pachino, in provincia di Siracusa. Non sono evidenti punti di contatto tra le due culture.
- Gli orologi giapponesi, e soprattutto gli orologi digitali giapponesi, la facevano da padrone in quegli anni.
Lo storico mercato degli orologi svizzeri era in ginocchio.
- Swatch sta per Second Watch: dato il loro costo relativamente economico, erano infatti intesi come orologi da portare al posto dell’orologio di rappresentanza in contesti casual.
- Con l’arrivo degli Swatch, l’orologio smette di essere uno strumento per calcolare l’ora esatta, e diventa un oggetto di moda.
- Cominciano nel 1984 le collaborazioni con gli artisti, a partire da Kiki Picasso. Ecco, di questo modello ce ne sono solo 140 in tutto il mondo. Lo si può acquistare oggi a 20.000 Euro.
Gli Swatch che hanno mantenuto un valore sono elencati qui. Magari ne avete uno anche voi. - Rispetto a un orologio tradizionale, costruire uno Swatch costava all’azienda l’80% in meno, dato la riduzione delle parti a 51, contro il centinaio di componenti necessarie per produrre gli altri orologi del tempo.
- A metà degli anni 90, la mania degli Swatch imperversava in Italia, con modelli come l’Happy Fish che venivano rivenduti al mercato nero a prezzi da Rolex. Questi modelli non sono invecchiati bene
- La Swatch non è più sulla bocca di tutti, ma resta oggi l’azienda di orologi più grande del mondo, e possiede molti marchi seriosi tra cui Tissot, Omega e Longines.
E oggi? Per sapere qualcosa riguardo agli Swatch più moderni, vi rimando a Horbiter.